QUADERNO CINEMA  mauridal film.it

periodico di commenti e critica cinematografica

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QUADERNO DI CINEMA mauridal film

QUADERNO CINEMA MAURIDAL FILM commenti e critica cinematografica

una visione personale e una valutazione critica dei recenti film italiani e internazionali realizzati nella cinematografia d'autore

Distribuzione Amazon LIBRI In vendita IBS Feltrinelli

il. Quaderno CINEMA mauridal-film è un periodico  in formato stampa su carta  in uscita trimestrale prenotabile sul sito , online- Amazon LIBRI In vendita.  IBS Feltrinellie raccoglie le critiche e commenti già pubblicati  su my movies o su mauridal film .it 

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the  MULE  di Clint Eastwood 

una scena del film the mule

HO VISTO IL FILM : the MULE di Clint Eastwood USA 2018

GRANDE VECCHIO YANKEE. Valutazione 4 stelle su cinque di MAURIDAL Feedback: 9163 | altri commenti e recensioni di MAURIDAL giovedì 21 marzo 2019 GRANDE VECCHIO YANKEE, non smentisce il suo ruolo di americano del nord che sempre reduce di qualche guerra si ritrova a sfuggire a sé stesso in una patria di vecchi che però di eroico non hanno niente. Anzi difendono quel poco di ricchezza dei fondi pensione americani che permettono alle classi medie di sopravvivere. Quando per caso o per motivi di crisi economica le cose vanno male allora per uno come il personaggio che Clint ha scelto di essere ovvero il floricoltore , non resta che lasciarsi tentare dall’unica attività redditizia che resiste nel mondo , il traffico di droga. Ma Clint il sicuro ispettore difensore della legge , il reduce il vecchio americano soldato di tutte le guerre giuste e ingiuste, non poteva cedere ai cartelli per giunta messicani consapevolmente. Allora la trovata geniale del racconto vuole Clint inconsapevole corriere , mulo appunto di partite incredibili di droga che trasporta da prudente autista di furgoni neri pur di guadagnare denaro sporco ma da innocente inconsapevole. Dunque il vecchio Clint salva la faccia pulita di una figura di un vecchio che una volta appresa la verità di ciò che faceva ovvero il corriere di droga, non molla ,accetta ancora la sfida di essere un fuorilegge ma per fini giustificabili . Ma la legge? Lo stato , l’America che fine fanno. Il vecchio Clint non dimentica, a dispetto della storia che lo vuole implicato ,difende nel film due altre figure il giovane poliziotto che gli dà la caccia e anche uno dei giovani trafficanti che però non riesce a redimersi nonostante l’esortazione del vecchio gringo a cambiare vita. Dunque non tutto è perduto alla fine il giovane poliziotto arresta il vecchio mulo , che davanti al giudice si dichiara colpevole di tutte le nefandezze che ha commesso soprattutto quando dopo aver assistito alla morte della sua amata compagna , capisce di non essere stato né marito né padre ma solo un appassionato floricoltore . Un fondo inverosimile per un ex duro come Clint ma intanto la realtà lo vuole in galera a coltivare fiori nelle aiuole del carcere però riconciliato con tutta la sua famiglia figlia e nipote comprese. Cosa ne esce dalla storia del mulo corriere a scopo benefico, una grande interpretazione minimale e sfuggente del grande e vecchio Clint , innanzitutto e infine una faccia di America che si dichiara colpevole di crimini e misfatti compiuti ma solo per l’aspetto che riguarda il tradimento della famiglia che sempre è al primo posto. In definitiva un film che non cambia i ruoli che l’America assegna agli uomini , dunque o poliziotti o fuorilegge , e Clint lo sceriffo non lo ha mai saputo fare..( mauridal). [-]   

Ho visto il film

LA PARANZA DEI BAMBINI

dal film :la paranza dei bambini

HO visto il film : LA PARANZA DEI BAMBINI un film di Claudio Giovannesi. Con Francesco Di Napoli, sceneggiatura di M. Braucci dal libro di Roberto Saviano. Italia 2019

immaturità criminale.  di mauridal. Valutazione 4 stelle su cinque .

UNO SGUARDO di tenerezza su pezzi di gioventù’ da bruciare . La paranza , termine marinaro , indica anche gruppo di pesciolini da friggere nella gastronomia napoletana, e nel film di Giovannesi il gruppo di giovani che si organizzano a compiere violenze e atti di delinquenza per conquistare un posto nella malavita di quartiere della città di Napoli, sembrano destinati , alla fine dei giochi , proprio ad essere fritti nella padella dei potenti e storici clan che non lasciano certo spazio ai ragazzini. Il merito di questo film tuttavia, oltre a focalizzare i tipi umani che ben descrive tra adulti e ragazzi, è un particolare sguardo , alieno di violenza gratuita, di ferocia bestiale che invece caratterizza il genere gommorroide che tanto cinema e ora anche TV ha affrontato con grande successo . Quando un regista sceglie per il suo film un genere cinematografico , tende a ripiegare su cliché collaudati, ma non è il caso del film la paranza dei bambini, che allora si distacca per una differente angolatura di sguardo che in alcune parti Ë addirittura tenero verso le vicende e gli stessi personaggi visti con la loro innocenza e immaturità con cui agiscono negli esordi malavitosi. Dunque il film non rappresenta solo una realtà ormai socialmente conosciuta e accertata delle gang giovanili, in quartieri disagiati nelle metropoli , e qui intanto Napoli è dunque ben descritta, ma un fenomeno internazionale che facilmente ritroviamo in tutta Europa e non solo. Tuttavia i ragazzini della paranza hanno peculiarità care alla tradizione popolare di Napoli hanno un generico senso del rispetto verso i valori della fedeltà alla famiglia, cercano l'amore fosse anche di una coetanea ancora timida e incerta, il personaggio di Nicola, del protagonista , il bravo Francesco di Napoli, ancora difende la mamma e i fratelli e si innamora di una brava ragazza ,pur cercando una durezza in sé che ancora non possiede. Non sarà la sua pistola a maturare un criminale pur sparando, il suo destino è già segnato come tutti gli altri .Un film necessario e destinato alla discussione nei giovani anche diretti interessati al tema . (mauridal) [-]

HO VISTO IL FILM: momenti di trascurabile felicità 

26 mar2019

foto dal film momenti di trascurabile felicità

Momenti di trascurabile Felicità

  film di Daniele Lucchetti IT. 2019 con PIF , Renato Carpentieri

    Il film trae origine dai racconti di Francesco Piccolo anche sceneggiatore con il regista ,del film interpretato dal divertente Pif molto credibile nella parte del protagonista Paolo, un uomo ancora giovane ma vissuto, con famiglia e figli che subito muore sul motorino per un incidente. La chiave narrativa è SURREALE quando rivediamo Paolo dopo morto in paradiso per essere smistato con gli altri defunti per la eterna destinazione .A svolgere la funzione di arcangelo smistante è il bravo Renato Carpentieri che nel film seguirà passo passo il redivivo Paolo a cui è stato concesso di tornare sulla terra per vivere una altra definitiva ora e mezza che gli spettava perchè il destino si era sbagliato, e quindi non era giunta la sua ora quando era caduto dal motorino per l'incidente . Ancora surreale quando tornato sulla terra , Paolo si ritrova a rivivere la stessa vita quotidiana ante mortem con in più la consapevoleza che tutto sta lì per finire per scadenza del termine orario concesso. Dunque con la voglia di cogliere anche i piccoli momenti di felicità che in vita aveva trascurato così come avviene per tutti nella routine quotidiana. Il merito della sceneggiatura è di aver condensato in un tempo relativamente breve tanti episodi , tanti flash di una vita vissuta tra moglie e figli , amicizie e altro con l'attenzione però di cogliere gli attimi felici e anche infelici permettendo allo spettatore di riflettere con la dovuta leggerezza sulla inevitabile caducità e fuggevolezza della vita ,a volte peggiorata dalla mancanza o trascurata felicità pur presente in vari momenti vissuti. I momenti e gli episodi narrati sono di una semplicità disarmante, ma per questo si sottolinea l'importanza di un abbraccio, di un sorriso, e della voglia di vivere insieme senza conflitti , anzi specie nel rapporto con la giovane moglie e i figli , dell'amore come unico scopo da perseguire per ottenere sprazzi di felicità . Ma il tempo è scaduto e Paolo accompagnato dall'Arcangelo deve ritornare stavolta all'indietro nel tempo al punto della sua morte , e rientrare in paradiso e qui il film si apre ad un finale che coglie l'attimo fuggente di una possibile scappatoia alla morte, che non vuole essere un lieto fine ma una speranza di allontare ancora nel tempo la fine della vita, possibilmente evitando errori, e tragedie e generalizzando a tutta l'umanità, catastrofi ecologiche . (mauridal)

HO VISTO IL FILM:

CAPRI REVOLUTION   di Mario Martone

il commento di mauridal

 

Capri -Revolution un film di Mario Martone ,  Ippolita di Majo  Italia 2018 con Marianna Fontana 

( Le rivoluzioni mancate)

Quando si affrontano i discorsi e le storie sulle rivoluzioni popolari e politiche del millennio, tutte ,da quella americana alla francese alla russa alla cinese allora inevitabilmente ci si pone una domanda , ma infine , queste Revolution sono riuscite a rivoluzionare oppure sono storie mancate o parzialmente riuscite. Il film di Martone ispira pessimismo, quello della ragione , ma anche del sentimento, insomma , un aspirante rivoluzionario giovane di poca esperienza dopo la visione del film ne uscirebbe distrutto. Al contrario un vecchio sovversivo , come Martone pure è stato , nel suo teatro e nei film precedenti ne esce deluso avvilito . Come mai le rivoluzioni finiscono , oppure perché quella rappresentata nel film inizia proprio male dove quasi niente ha senso e i personaggi predisposti al cambiamento sono inverosimili come probabilmente lo sono stati i veri personaggi degli anni ’13 e ‘14 che hanno occupato una parte della storia di Capri e dei suoi abitanti . in effetti i capresi sono passati indenni attraverso mille storie e mille personaggi che hanno scelto Capri come isola felice, o almeno lontana dalle miserie umane. Forse la rivoluzione è stata vera in passato, per artisti, filosofi politici, medici scienziati, e incredibilmente anche per il passaggio di personaggi come Lenin e i russi come pure i tedeschi nazisti di Goering Dunque come si racconta nel film , Capri e i capresi hanno visto di tutto e di più ma come dice Erri De Luca Capri è una conchiglia e come tale si sa difendere conservando una propria identità. Ecco , questo bel film di immagini e vedute naturali, sembra voler rappresentare , nel riuscitissimo personaggio di Lucia , la giovane pastorella caprese , una identità propria della cultura popolare anche se “ rivoluzionata “ da esperienze sociali o artistiche come nella storia raccontata . Tuttavia il possibile contributo , delle avanguardie artistiche, accennate nella vicenda di Lucia, da Herman Nitsch lo sventratore, a Beuys con la sua Capri -batterie fino ai seguaci pacifisti animalisti di Diefenbach non è riuscito a convincerci nella finale trasformazione di Lucia da pastorella caprese , a evoluta donna colta e poliglotta che abbandona l’isola conchiglia per un sogno Americano , dopo aver caldamente salutato il medico condotto , socialista scienziato e interventista nella Grande Guerra . In conclusione un coacervo di presenze e conflitti che hanno prodotto una mancata Rivoluzione sia sociale che culturale a Capri e dintorni. (Mauridal)

HO VISTO  IL FILM

   ROMA 

dal film ROMA

Roma Un film di Alfonso Cuarón. Con Yalitza Aparicio

Home » Film » 2018 » Roma »    IMMAGINI NITIDE DA ROMA    di MAURIDAL   lunedì 10 dicembre 2018

Quando un regista di cinema ,vuole rappresentare una sua storia ,una sua personale esperienza di vita ,che riaffiora dalla memoria dell'infanzia , ma nel contempo vuole raccontare anche i contesti in cui quella storia si svolse , mischiando e sovrapponendo la memoria con gli avvenimenti della storia del paese in cui è vissuto , allora il film che un regista come Alfonso Cuarón realizza è Roma , un film nitido e al contempo sfocato nella memoria dei ricordi da bambino ma determinato e incisivo nelle immagini delle vicende storiche e politiche del Messico negli anni '70. Anni turbolenti segnati da grandi contestazioni di masse giovanili , spesso represse nel sangue. Cuaròn ha raccontato in questo grande bel film la sua intima infanzia familiare ,il rapporto con la madre, la nonna, e soprattutto con la tata cuoca domestica, Cleo , la vera figura materna, che al contrario della propria famiglia borghese e benestante è di umili origini meticce . Tuttavia se l'amore per i bambini della famiglia è una esclusiva di Cleo, la povera serva , la vera umanità di Roma , traspare nella contrapposizione tra indio , meticci poveri e borghesia ricca messicana , che vive nella capitale , dove nel borghese quartiere Roma si svolge la vicenda. Cuaròn nelle belle e curate immagini del film , ci presenta dunque una vita intima e un ricordo personale della sua famiglia, ma anche una epica storia di popolo, povero e asservito al capitalismo rampante in Messico che provocherà come pure raccontato , anche massacri e repressioni. La vera forza del film è nel racconto per immagini, di stile realista, in un luminoso B/N ma con un tocco di fantasia e immaginazione che rende i personaggi , soprattutto femminili anche immersi nel sogno dei ricordi. Scene da storia del cinema sono visivamente presenti, come il salvataggio dei bambini annegati nell'oceano da parte di Cleo, e anche il parto drammatico , del feto morto, della stessa Cleo simbolo della donna , forte e generosa che nonostante l inclemenza della realtà , continua a mantenere il senso della vita per sé e per tutti coloro che ama. Un Film da annoverare tra i capolavori del cinema internazionale. (mauridal). [+] lascia un commento a mauridal »

Premio DAVID DI DONATELLO 2019 miglior film straniero.

Alter Flavioh, Ego Riccardo ..  di MAURIDAL   lunedì 4 febbraio 2019

Quando un autore regista vuole raccontare una vicenda umana che riguardi un personaggio o persona di cui conosce virtù e vizi di solito si serve di un attore che altro da sè ne interpreti però appieno il profilo e i tratti essenziali. Ciò che accade al regista Riccardo Zinna è una vicenda artistica e umana particolare. Decide di tributare ad un grande e consumato attore italiano come è Flavio Bucci un giusto omaggio alla persona e all' artista nella convinzione che in Italia spesso i migliori siano troppo presto usati e dimenticati. Ma il regista Zinna è stato anche l'attore Riccardo Zinna. In particolare La sua vicenda artistica legata al teatro e in parte al cinema si è conclusa troppo presto .Ma la sua voglia di raccontare e di esprimere tutta la simpatia e la ironica voglia di vivere si concentra su un alter ego come Flavio Bucci il quale intuendo da vero artista l'intento dell'amico Riccardo di comunicare e tramandare una parte di sè tramite lui , si lascia tranquillamente filmare , raccontare trascorrere, in un documentario sulla sua vita privata e teatrale dove arte e persona sono una cosa sola . Del resto cosa era il pittore Ligabue ,nello sceneggiato Rai del1977 ,magistrale interpretazione di Flavio Bucci, se non una fusione di uomo artista in un crogiuolo di vita vissuta piena di arte e umanità . Dunque il film di Riccardo Zinna parla di arte e vita ciò che per Flavio Bucci è tutt'ora teatro , famiglia i figli la vecchia madre i figli così uguali ai suoi tratti inconfondibili del viso, ma anche risate ,bevute, donne e via così. Riccardo Zinna entra in sintonia con Flavio ne prende la vitalità e la restituisce per intero allo spettatore che assiste ad una meravigliosa osmosi tra due esistenze artistiche . Grande testimonianza di una profezia che ha voluto Riccardo salutare Flavio e anche la sua esistenza ma intanto lasciando gli amici e gli affetti con questa operina di cinema ottimamente accompagnata da un sonoro di musiche e assoli composti e suonati da Riccardo in gloria alle muse tutte.

DOGMAN un film di Matteo Garrone Italia 2018

DOGMAN un film di Matteo Garrone ITALIA. 2018 Marcello ! ,ammooree ,come here ,avrebbe urlato la splendida Anita nella fontana di Trevi al povero protagonista, che dopo una mutazione genetica diventa da  Marcello Mastroianni a Marcello  Fonte e la fontana di Trevi  ,  una pozzanghera in una landa desolata . IL Cinema si muove con la realtà e con le epoche proprie , così dalla Dolce vita ,ci riporta a una brutta e tragica esistenza di un Marcello , personaggio piccolo grande uomo che si trasforma da vittima a carnefice pur avendo un sottofondo di umanità . La vicenda è realistica come tutto il film che di stile è neo realista pur con le dovute differenze con le ambientazioni e con le atmosfere che al contrario il regista ha voluto rimarcare come iper realiste ovvero sospese in un territorio indefinito tra incubo e realtà . La definizione dei personaggi sembra chiara nella separazione tra bene e male il buono e il cattivo. Eppure guardando meglio le facce di Marcello e di Simone ritroviamo la confusione e la commistione tra opposti . Il film diventa un capolavoro di analisi dell’animo umano , ci dimostra come un essere umano può diventare da mite a feroce .peggio delle bestie che nel film pure vi sono ma sotto forma di cani che sembrano feroci ma infine docili. Il bestiale qui diventa il vero tema del film in una dimensione umana che sembra eterna . Come spiegare le bestiali violenze dei criminali .nazisti o dei crimini più recenti contro l’umanità disperata dei popoli in cerca di pace . La bestialità umana è inspiegabile. Esiste e opera . Quando un Marcellino si ribella allora la bestia feroce che alligna in ognuno di noi tracima E non c’è scampo per nessuno Un tema difficile per questa epoca contemporanea che Garrone esprime bene nei suoi film , Un vero cinema dì autore il suo e il pubblico finalmente ha colto la differenza, questa volta.( mauridal)

 

premio DAVID DI DONATELLO 2019 miglior film italiano

dal film DOGMAN

Marcello Fonte protagonista del film DOGMAN di Matteo Garrone

HO VISTO IL FILM : LORO 2 regia diPaolo Sorrentino. ITALIA2018 con Toni Servillo, Elena Sofia Ricci, Riccardo Scamarcio, Kasia Smutniak

LORO 1 e 2 un film di Paolo Sorrentino Il film per intero chiarisce le intenzioni e il significato del film . Come già accennavo nella prima parte ,non è un film strettamente politico, pur trattando della figura di un personaggio politico, che ha tenuto l’Italia in governo per troppi anni , con l’avallo di una parte di italiani elettori del personaggio, e del partito che presiedeva . Ora è evidente che i responsabili di questa faccenda tutta italiana, non è solo di quella parte, ma dell’intera nazione, non solo Loro, quindi ma tutti , maggioranze politiche e opposizioni . Parlare di un messaggio , è possibile in quanto il film racconta di una illusione, che il personaggio politico Berlusconi interpretava , attraverso l’immagine DI Sè STESSO, e anche delle fantasie degli italiani che intercettava . Una grande illusione fatta di benessere, belle donne e , soldi, e ricchezze , zero sacrifici, niente problemi , tutto facile, ma non per tutti solo per chi aderiva a alla sua di visione del mondo a suo modo detta Berlusconismo. Quasi una corrente artistica un ismo come Dadaismo oppure una simil ideologia , tipo comunismo fascismo, , Dunque il Berlusconismo che il leader ha così bene interpretato si è fondato sul potere comunicativo delle immagini. Non è una vera ideologia appunto ma peggio un’arma , di plagio e di consenso se applicata appunto come, avvenuto, su larga scala Immagini in ogni casa attraverso la televisione , strumento di persuasione.palese. Come è stato possibile che un popolo di Santi e Navigatori si sia assuefatto alle fantasie e alle illusioni. Non vi è stata una adeguata opposizione non solo politico ideologica ma soprattutto una contro cultura dell’immagine truccata edulcorata falsata del personaggio, un finto Presidente che si è posto alla guida di un governo con un finto partito da tifoseria di stadio senza che altri facessero nulla. Ma tutto questo il film non politico di Sorrentino lo evidenzia bene proprio attraverso una immagine cinematografica di tipo irrealistico grottesco, per niente seducente ma anzi repellente. Ecco se dovessi definire per paradosso metaforico, il senso che trasmette il film è la repellente immagine di Berlusconi che finalmente viene rivelata con tutte le ragazze, minorenni o porno star o donne ministro o donne da postribolo.. Ma Loro non sono soli c’è tutto un popolo che gira attorno, come un a giostra che si blocca solo col boato di un terremoto . Grande merito di questo film è l’irruzione di immagini tragiche nel calderone di immagini patinate. All'Eden creato nelle ville in Sardegna tra feste e balletti, si contrappongono le macerie dell’Aquila con un altro popolo questa volta terremotato, senza un tetto nella distruzione di un a città colpita ma anche nelle vite distrutte,. Potrebbe bastare, Ma il dilagare del personaggio non ferma la sua immagine, che si ritrova anche lì tra le macerie a fare promesse e a vendere speranze. La complessità del film tuttavia è maggiore si occupa anche delle situazioni definirle sentimentali è pleonastico ma diciamo pure matrimoniali come suggerisce la presenza del personaggio Veronica che nel film consuma una vendetta vera e propria . e qui il film rende giustizia all’immagine della donna - Veronica che da velina si riscatta a madre responsabile e donna lontana e per niente complice dei misfatti politico economici del marito, anzi è la principale accusatrice dei suoi metodi e i suoi stili di vita . Un film pienamente riuscito nel demolire l’immagine rivelata del “cavaliere” un immagine abusata e che ha abusato della ingenuità o della complicità di interesse degli italiani o parte di essi o ..Loro… Conclusione una perfetta rappresentazione esattamente sullo stile della commedia tragico comica da parte di tutti gli attori tra cui distinguiamo un grande Servillo ormai alter di Sorrentino il quale ha raggiunto un altra conferma a favore della sua visione del mondo piena di personaggi inquietanti e tragici che con il loro vissuto influenzano in tal modo le vite degli altri. (mauridal).

dal film Loro 2 DI Paolo Sorrentino

HO VISTO IL FILM : SULLA MIA PELLE Un film di Alessio Cremonini. ITA 2018 Con Alessandro Borghi, Jasmine Trinca, Max Tortora

cinema e realtà una sfida aperta. 

di MAURIDAL   giovedì 8 novembre 2018

Quando si affronta il genere realistico nel cinema, allora si corro il rischio della affermazione di una posizione oggettiva ,di un punto di vista ,a scapito della obiettività e quindi di una imparzialità di giudizio . Questo film non corre il rischio di una parzialità di giudizio su una vicenda tragica e reale accaduta in Italia dove un ragazzo Stefano Cucchi viene arrestato per spaccio di droga e muore in seguito alle percosse che subisce dai tutori delle forze dell'ordine. Già questo potrebbe sembrare una parzialità ma la realtà descritta nel film parla chiaro anche se non rappresenta mai una violenza gratuita e spettacolare. Ovviamente il regista scegliendo di fare un film su questo caso ha già emesso un punto di vista e pur essendo il caso stesso ancora di attualità , il cinema ancora rischia di sovrapporsi alla realtà. Dunque nel cinema del reale si corrono tanti rischi che per necessità civile, un regista un intellettuale che voglia difendere la democrazia e la civiltà umana, deve necessariamente correre. Dunque il merito di questo film non è la resa artistica o filmica , ma la testimonianza dell'impegno civile del cinema della realtà che ha avuto in Italia grande tradizione con nomi eccellenti , da Pasolini a Petri , Rosi, Montalto a molti altri . Il cinema d'impegno civile continua dunque a vivere nei nuovo registi e il pubblico ancora critico e attento , li premia con l'attenzione dovuta. ( mauridal) [+] lascia un commento a mauridal »

dal film sulla mia pelle

premio David di Donatello 2019 come miglior attore protagonista per "Sulla mia pelle", Alessandro Borghi.

HO VISTO IL FILM :IL VIZIO DELLA SPERANZA Un film di Edoardo De Angelis. Con Pina Turco, Massimiliano Rossi, Marina Confalone, Cristina Donadio,

 In un paesaggio disperante, lungo le rive inquinate da macerie e immondizie di un fiume Volturno ormai di acqua acida dove la vita naturale è un lontano ricordo, si aggroviglia la vicenda di una madonna povera, di nome Maria che come la più nota pellegrina , attraversa il deserto di acqua sporca del fiume a bordo di barchini a motore , per andare a partorire il suo piccolo Uomo, profetico salvatore, di quella umanità derelitta. Non è l'Africa meno che mai la Palestina . Ci troviamo in un contesto già narrato in altre occasioni di cinema di autore e di impegno, è il tratto di costa campana chiamato Castelvolturno, tra i più tristi e degradati al mondo , dove , essere è davvero difficile. La Maria senza Padreterni, traghetta le prostitute nigeriane che vendono i figli avuti, al traffico di esseri umani per adozioni e altro. Quando il miracolo avviene, Maria rimane incinta per opera di qualche Spiritello e invece di vendere la creatura alle trafficanti donne , decide di tenere il Bambino e chiamarlo Uomo. Qui la sceneggiatura del regista , il bravo De Angelis ondeggia sul fiume per aggrovigliarsi in una narrazione , piena di citazioni" alla Bellavista" , sulla libertà, l'amore o con figure simboliche , come un cane mastino morto per il morso di vipera o il gran cavallo nero già rinchiuso in recinto e poi liberato al galoppo verso la Libertà . Molta retorica sulla salvezza, sulla speranza appunto di una povera madonna che con il suo bambinello prefigura un cambiamento di qella non -umanità e di quei non luoghi. Un detto recita chi di speranza campa , disperato muore. Quei luoghi e quella umanità il film lo rappresenta bene , non hanno speranza, hanno solo il vizio di esistere che una società unita in ideali etico politici indirizzati al benessere comune , non avrebbe consentito. Una resa molto realistica nei personaggi soprattutto femminili, danno la cifra stilistica di alto livello a tutto il film, tra i migliori del suo genere. (mauridal).

dal film il vizio della speranza.

HO VISTO IL FILM: LA FORMA DELL’ACQUA

The Shape of Water. un film di Gullermo del Toro. USA 2017

In foto Sally Hawkins. dal film. LA FORMA DELL’ACQUA

Come raccontare questo film, come potrete accettare e condividere quanto vi dirò. Ecco che già così forse siamo entrati nella narrazione di questo visionario e fantasmagorico film di Gulliermo del Toro, ma per noi spettatori e cinèfili d’ora in poi è solo Gulliermo , regista scrittore e soprattutto amante del cinema oltre i generi , oltre la classifica ma invece dentro la visione di tutti noi pubblico e spettatori compiaciuti e complici . Perché la forma della narrazione è come l’acqua , prende l a forma di chi la contiene Così questa storia del mostro e della ragazza innamorata prende la forma di qualsiasi spettatore che l’accetta e la fa sua. Il segreto di Gulliermo, è che la sua acqua narrativa è versata nei cuori dello spettatore e ne prende la forma propria sia essa grande o piccola per contenerla tutta o solo parte di essa, Dunque la storia del mostro anfibio che da fenomeno extra normale diventa umano grazie all’amore di una ragazza umile cameriera e per di più muta, oggi diremmo diversamente comunicante , sia con gli esseri umani semplici che con gli esseri paraumani complessi. Elisa Esposito ,giovane donna bruttina ma sensuale e piena di erotismo represso. con gli uomini semplici, esploderà con l’essere paraumano , il mostro che Gulliermo non ha voluto rappresentare nel suo aspetto orrifico, di bestia ma come una faccia nascosta e imprigionata dell’umanità , altra, diseguale, emarginata, condannata a morire perché diversa dalla norma comune. Un bel tema già ampiamente ripreso da tutto il cinema da Metropolis a King Kong fino alla bella e la Bestia .Dunque Gullielmo aggiunge solo un particolare, meglio una goccia d’acqua, anzi due .Questo racconto ci fa vedere come solo in due gocce d’acqua uguali tra loro nell’essenza e non nella forma può esserci il vero amore Ecco Gulliermo ci suggerisce il segreto delle gocce d’acqua che si somigliano si uniscono e diventano acqua , fiume, mare oceano. In questa acqua può sopravvivere anche un amore oltre l’umano semplice un amore extra umano, bestiale. complicato, ma pur sempre amore tra esseri sensibili e comunicanti. Il film sconfina nel romanticismo e nel sentimentalismo proprio della protagonista umile servetta ma in ultimo si chiude con la classica tragedia degli amanti perduti, e quindi si riscatta sciogliendosi nel puro melodramma o se vogliamo nel fotoromanzo d’appendice. Ma Gulliermo è un fine regista e non cade nella trappola il film è vero cinema e non per nulla, l’essere mostruoso appena può scappare finisce in una bella sala di cinema a guardarsi un film d’amore .Chissà quante Elisa Esposito abbiamo incontrato e da bravi mostri non le abbiamo viste, né considerate.( mauridal) LA FORMA DELL’ACQUA un film di Gullermo del Toro.  USA 2017

             HO VISTO IL FILM :     ACHILLE TARALLO    

Un film di Antonio Capuano. Con Biagio Izzo, Ascanio Celestini, Tony Tammaro  Italia 2018

ACHILLE TARALLO un fim di Antonio Capuano. un CINEPANDORO per recuperare la commedia a Napoli recensione di i mauridal

Gli eredi della Commedia all' italiana nella cinematografia , oggi non sono molti, forse il genere è quasi estinto , salvo risorgere per i palati natalizi del pubblico inestinguibile che va a cinema nelle feste per divertirsi. Il regista Capuano, noto ai cinefili napoletani per la drammaturgia di impegno serio , opera una svolta chirurgica e confeziona un cinepandoro a dispetto della crisi multinazionale che chiude le fabbriche dolciarie in Italia. IL film Achille Tarallo è suddiviso in episodi numerati alla Tarantino , e dal prologo fino all'epilogo ci mostra una famiglia tipicamente popolare napoletana verace che non smentisce la verità dei luoghi comuni sulla napoletanità e soprattutto sulla ormai usurata cultura napoletana che viene riproposta nei suoi aspetti più degradati. Il coraggio del regista, è proprio nell'esporre tutti gli aspetti più volgari e triti della cosidetta napoletanità al contempo fortuna commerciale e condanna culturale della città di Napoli. infatii ci presenta le avventure di un autista dell'azienda trasporto urbano di autobus che per tirare la barca famigliare , canta alle feste di matrimoni o altre cerimonie , canzoni neomelodiche , ma ripulite in italiano , perchè secondo lui il napoletano non è più una lingua patrimonio di tutti , anzi nuoce alla musica. Sia Biagio Izzo che Toni Tammaro protagonisti e manifesti rappresentanti di un mondo del basso ventre popolare, sono eccellenti a rappresentare il degrado di questa napoletanità , ma che tanto successo ha ottenuto sia presso stranieri sia italiani , che affollano da turisti la città, tanto pittoresca , di Napoli . Dunque l'ironia autocritica del regista sulla sua città esplode nella grassa comicità del finale- non finito, del film dove però finalmente anche i cani recitano e cantano come gli attori , e forse più esilaranti. Cameo attoriale è la partecipazione di Ascanio Celestini, nel ruolo di un produttore , sintesi tra Suburra e Gomorra che segna una significativa presenza nello sfrenato ritmo della storia , commedia dai tanti personaggi, e FRED,   il cane che beve caffè. ( mauridal) [+] lascia un commento a mauridal »

 HO VISTO IL FILM: L'AMICA GENIALE

L'AMICA GENIALE. Un film di Saverio Costanzo. Con Elisa Del Genio, Ludovica Nasti,

 Film » 2018 » L'amica Geniale » . la vita , le passioni e la verità di Lenù di MAURIDAL  giovedì 11 ottobre 2018 L amica GENIALE un film di SAVERIO COSTANZO tratto dalla tetralogia di Elena Ferrante , il film appena uscito nelle sale comprende le prime due puntate della serie televisiva che andrà in onda per RAI1 dal 27 novembre per otto puntate. Sicuramente un opera cinematografica di grande produzione e dalla sicura qualità autoriale. Le premesse per un grande successo di pubblico ci sono tutte e l'anteprima a cinema del film già ha ottenuto buoni risultati. IL romanzo della Ferrante è rispettato sia nella sceneggiatura che nello stile e nel linguaggio filmico, come la scelta del colore ,dell ambientazione ricostruita più vicina possibile al reale di una Napoli degli anni cinquanta /sessanta . Il segreto del film sembra proprio nella riuscita di una atmosfera realistica ma anche sognata dalle due protagoniste che vivono una storia parallela fatta di personaggi, di episodi , di avvenimenti tra il vero e il fantastico. La cifra stilistica infatti, è il verismo, se così possiamo definire comodamente, questa narrazione.Ma non basta , infatti il carattere dell'Italia del dopoguerra c'è tutto inteso come un'aderenza alla verità dei fatti, ma si avverte inoltre una intima verità nelle figure delle due amiche Lenù- ELENA e Lila, che fin da piccole assorbono gli umori e i condizionamenti della povertà di un popolo umile ma pieno di cultura come quello napoletano che , riporta secoli di cultura non solo della città di Napoli raccontata ,ma anche di tutte le culture passate storicamente che hanno conquistato e dominato Napoli e il Meridione d'Italia. IL compito assegnato dunque, alle due ragazze di cui l'una è semplice ma intuitiva e geniale e l'altra più ingenua ma realistica , è addirittura gravoso, si tratta dunque di raccontare una intera civiltà moderna e contaminata degli anni dopoguerra ma anche tutto il retaggio della cultura popolare antica, ma sempre presente attraverso il trascorrere del tempo . UN bel compito che come si vedrà le due scolarette bambine all'epoca della scula elementare pre riforma svolgono con diligenza e passione. Ecco altra nota positiva del film , è la passione per la vita che sia le due protagoniste ma tutti i personaggi , trasmettono , pur tra miserie, tragedie personali e difficoltà a sopravvivere. Quel mondo, vive oggi nella modernità ,solo nei ricordi di una generazione di napoletani che pure l'hanno vissuto ma che si è ormai perso definitivamente. IL merito del film e dei romanzi della Ferrante è il tramandare quella verità di vivere privilegiando le ragioni del sentimento,delle passioni , più che inseguire gli obiettivi del consumo e del benessere a tutti i costi. Ottima prova pure per il regista Saverio Costanzo, che entra nel novero degli autori della cinematografia di qualità e pregio. (mauridal).

HO VISTO IL FILM : CORPO E ANIMA

CORPO E ANIMA Un film di Ildikò Enyedi. Con Alexandra Borbély, Morcsányi Géza, Ervin Nagy, Ungheria 2017

cuori e vetrate infranti  di MAURIDAL  Un corpo , specie quello umano ha un linguaggio, un modo di parlare a sé e agli altri , e in questo film il linguaggio dei corpi del maschio e della femmina dialogano sul tema dell’amore ,. ,Infatti i due protagonisti , lui dirigente e lei una “diligente dipendente,” addetta al controllo qualità, dello stesso mattatoio dove entrambi lavorano , una sorta di fabbrica dove si macellano buoi e mucche in maniera tecnologicamente precisa , non conoscendosi conducono una condizione di solitaria esistenza , vivono una vita anaffettiva e i loro corpi comunicano un senso di blocco di statica paura ,dove lui è proprio bloccato in un braccio paralizzato , e lei mostra un blocco di relazione e di comunicazione con tutti. Il corpo dei due per buona parte della storia non esiste se non per la ordinaria sussistenza ,dormire, mangiare ,lavorare. Intanto le loro anime lavorano nella mente e soprattutto nei sogni notturni. Pur venendo in contatto, sfiorandosi sul posto di lavoro i due non si riconoscono, e solo per un caso, ad opera di un test psicologico effettuato per la fabbrica da una disinibita psicologa, i due scoprono di sognare l’identica scena , che poi è la scena iniziale del film , ovvero una grande foresta innevata con la sola presenza di due -cervi maschio e femmina che si annusano e mangiano foglie insieme. Questo sogno che i due corrispondenti corpi umani di lui e lei , fanno tutte le notti, in fondo è la rappresentazione dell’anima che in entrambi palpita , in cerca di una fusione amorosa con l’altro. I due si scoprono così , innamorati attraverso i sogni comuni ma resta il blocco dei corpi, intoccabili che nessuno riesce a sfiorare. La storia continua ,con vari tentativi di entrambi per entrare in contatto ma lui non riesce, e toccherà a lei di sbloccare il suo corpo, con una scelta traumatica. Dopo un rassegnato incontro in cui lui la disillude per un eventuale relazione tra corpi, lei infrange una porta a vetri e si immerge nella vasca da bagno tagliandosi le vene con un pezzo di vetro. Non sfugge che il diniego di lui ha abbondantemente già infranto cuore ed anima di lei , dunque anche il suo corpo deve lentamente dissolversi, ma , colpo di scena, mentre il colore rosso del sangue riempie la vasca in cui è immerso il corpo in fase morente , il film ha un guizzo , un colpo di coda, la famosa telefonata che ti salva la vita. E’ lui che la chiama inaspettatamente, e lei corre sanguinante a rispondere tappandosi le ferite con il nastro adesivo nell’unica scena esilarante del film , esilarante, sì ma decisiva per l’epilogo della storia, dove lui finalmente si decide a dichiarasi e lei che accetta di concedersi corpo e anima. La regista ungherese, Ildikò, anche sceneggiatrice del film si rivela una poetessa dei sentimenti nascosti che si devono rivelare infrangendo letteralmente dei tabù, sia nell’anima ma soprattutto nel corpo delle donne e degli uomini. Il film ha decisamente meritato il premio al festival di Berlino.(mauridal)

HO VISTO IL FILM:  Il giovane Karl Marx 

IL GIOVANE KARL MARX di Raoul Peck   Francia 2017. Un film di Raoul Peck. Con August Diehl, Stefan Konarske, Vicky Krieps, 

Quando si intraprende un lavoro su di un personaggio storico, conosciuto in tutto il mondo, una biografia che non vuole essere pedagogica o una lezione di storia, e quando il lavoro Ë un film con lo scopo di coinvolgere un vasto pubblico ,allora bisogna apprezzare lo sforzo e le intenzioni del regista che ha voluto interpretare la figura complessa di Karl Marx , riuscendoci adottando il punto di vista della gioventù˘, ovvero degli slanci, delle passioni, delle ingenuità di un trentenne Karl che come spesso accade ha un insieme di idee e di ideali che non coincidono con una realtà di vita comune. Questo aspetto della vita di Marx non era stato ancora raccontato nella storia divulgata oltre la sfera intellettuale degli storici e filosofi, e forse neanche in quella, l'aspetto anche romantico legato al proprio tempo e alla vita affettiva personale , alla giovane moglie e il piccolo figlio. Da spettatori di un film così dunque non bisogna pretendere un trattato sulla nascente filosofia di Marx e della teoria politica che ne scaturì anche dopo l'incontro e le discussioni con l'altro giovane amico Engels , anch'egli visto come un giovane, ma ribelle alla famiglia e alle ingiustizie del tempo. Tuttavia alcuni spunti di riflessione il film lo offre sui temi cari a Marx come il lavoro sfruttato dal padrone capitalista, oppure il rapporto tra democrazia liberale e socialismo .Altro tema, ben reso nelle scene di riunioni tra compagni di ideali rivoluzionari, soprattutto nei dialoghi molto puntuali e a volte verbosi, è sulla proprietà dei beni che ogni individuo deve possedere per godere di un minimo di benessere, non in conflitto però con i diritti di tutti gli altri componenti una società civile. In conclusione un film riuscito nell'intento di offrire al pubblico una versione inedita dei giovani Marx ed Engels agli albori della stesura del celebre Manifesto del Partito Comunista, che sconvolgerà la storia dell’umanità nel suo successivo sviluppo ed applicazione politica e ideologica. (mauridal)Quando si intraprende un lavoro su di un personaggio storico, conosciuto in tutto il mondo, una biografia che non vuole essere pedagogica o una lezione di storia, e quando il lavoro Ë un film con lo scopo di coinvolgere un vasto pubblico ,allora bisogna apprezzare lo sforzo e le intenzioni del regista che ha voluto interpretare la figura complessa di Karl Marx , riuscendoci adottando il punto di vista della gioventù˘, ovvero degli slanci, delle passioni, delle ingenuità di un trentenne Karl che come spesso accade ha un insieme di idee e di ideali che non coincidono con una realtà di vita comune. Questo aspetto della vita di Marx non era stato ancora raccontato nella storia divulgata oltre la sfera intellettuale degli storici e filosofi, e forse neanche in quella, l'aspetto anche romantico legato al proprio tempo e alla vita affettiva personale , alla giovane moglie e il piccolo figlio. Da spettatori di un film così dunque non bisogna pretendere un trattato sulla nascente filosofia di Marx e della teoria politica che ne scaturì anche dopo l'incontro e le discussioni con l'altro giovane amico Engels , anch'egli visto come un giovane, ma ribelle alla famiglia e alle ingiustizie del tempo. Tuttavia alcuni spunti di riflessione il film lo offre sui temi cari a Marx come il lavoro sfruttato dal padrone capitalista, oppure il rapporto tra democrazia liberale e socialismo .Altro tema, ben reso nelle scene di riunioni tra compagni di ideali rivoluzionari, soprattutto nei dialoghi molto puntuali e a volte verbosi, è sulla proprietà dei beni che ogni individuo deve possedere per godere di un minimo di benessere, non in conflitto però con i diritti di tutti gli altri componenti una società civile. In conclusione un film riuscito nell'intento di offrire al pubblico una versione inedita dei giovani Marx ed Engels agli albori della stesura del celebre Manifesto del Partito Comunista, che sconvolgerà la storia dell’umanità nel suo successivo sviluppo ed applicazione politica e ideologica. (mauridal)

dal film. tre manifesti a EBBING Missouri

HO VISTO IL FILM :    

TRE MANIFESTI A EBBING, MISSOURI 

HO VISTO IL FILM :

L'UOMO CHE UCCISE DON CHISCIOTTE 

L'UOMO CHE UCCISE DON CHISCIOTTE Un film di Terry Gilliam. Con Adam Driver, Jonathan Pryce,

  Magico fantastico, imprevedibile comico e malinconico tutto questo scriverebbe il nostro commento critico, ,se non fosse che il film "l'uomo che uccise Don Chisciotte" rappresenta uno strabiliante miscuglio di tutte queste definizioni e molto altro ancora. Quando si prova a descrivere il senso di questo film ,allora ci si trova innanzi ad un bivio  .Da un lato ci troviamo affianco al regista Terry Gilliam poliedrico artista dalle mille risorse capace di far durare un film 25 anni tra inizi, interruzioni annullamenti, fallimenti finanziari scontri, rinunce di attori , malattie e persino lutti, insomma una odissea più che una epopea cavalleresca spagnoleggiante e barocca. Dall'altro lato del bivio finiamo spettatori ignari in un turbine immaginifico dove la finzione del cinema insegue una storia credibile quasi realistica dove la fantasia dell'autore si compenetra nella fantasia folle del protagonista, Quijote della Mancha Ma un film su Don Chisciotte deve essere eroico , e il buon regista riesce a compiere una opera che forse neanche Cervantes immaginava. Dunque non ci provo a confrontare Cervantes con Gilliam, e neanche i due Hidalgo, ognuno ha il proprio mondo da vivere e tutti noi spettatori, abbiamo il diritto di rivivere le loro fantasie e magie. Altrimenti lasciamo pure la sala cinema e immergiamoci nella lettura, dei classici. Ma questo non Ë avvenuto, il cinema ha vinto con questo film l'Hidalgo Gilliam ha portato il suo Don Chisciotte a vincere la sua realtà popolata da personaggi incredibilmente veri ma in fondo tutti personaggi di un film , che di vero e di credibile non ha nulla. Le tante donne angeliche e dulcinee diventano megere ed escort al servizio di danarosi padroni della fiction cinema più che fanciulle da amare in sogni cavallereschi Dunque il nostro Chisciotte non è un eroe cavalleresco ma una semplice comparsa di un film che un giovane regista cercava di girare in un paesaggio spagnolo tra i più desolati e che non porta a termine, e però il vecchio scelto per la parte del cavaliere errante un ciabattino di paese, quando il giovane regista ritorna a girare il film per ultimare le riprese e incassare i soldi del produttore, lo riprende ma lo ritrova che pensa follemente di essere e di vivere realmente Don Chisciotte ,e il film pur di finire gli dà ragione ,cosÏ come la si dà ai matti , ovvero assecondandoli. Ma tutti gli altri personaggi, sono altrettanto folli nel partecipare ad un film il cui regista fa la parte dello scudiero Sancho pur di assecondare la follia del vecchio Don Chisciotte , a cui alla fine si affeziona. Intanto anche il film dell'Hidalgo Gilliam deve continuare e avviarsi all’ END con invenzioni e fantasie strabilianti, e ci riesce col raccontare le avventure del cavaliere e anche dello scudiero che come regista si chiama Toby ,ma nella finzione del film di Chisciotte è Sancho. In conclusione possiamo essere sicuri di assistere ad un film che non ha conclusione poiché la morte di Don Chisciotte non è un assassinio ma neanche una morte defunta, il vecchio Hidalgo dopo le esortazioni del suo fedele regista scudiero non cederà ad una rovinosa caduta e si consegnerà alla storia eterna della narrazione , della finzione di cavalieri ,di armi e amori ma anche di follie cinematografiche come il buon Terry Gilliam ha dimostrato portando a termine questo film (mauridal)

TRE manifesti a Ebbing. Un film di Martin McDonagh. Con Frances McDormand. Woody Harrelson,

Quando una storia racconta di un personaggio e questo diventa protagonista e occupa tutta la storia , con una presenza direi esclusiva e massiccia ,allora un film come Tre manifesti a Ebbing , riesce a imporre la figura di Mildred ,una donna matura madre di una ragazza uccisa per stupro ,che combatte per ottenere giustizia in una cittadina americana , Ebbing, del sud agricolo arretrato culturalmente, e socialmente malato di pregiudizi razziali e di chiusure mentali. Questa figura domina la scena condizionando la storia e tutti gli altri personaggi che le ruotano intorno. Ecco che possiamo tralasciare con facilità la trama ,e i suoi significati sia palesi che di seconda lettura, per apprezzare e godere del personaggio Mildred, donna americana moderna ma che grazie alla bravura superlativa di Frances Mc Dormand, attrice di razza, diventa ,donna madre tragica di antica tradizione del teatro classico, archetipo delle figure femminili di sempre. Questo film deve molto al personaggio Mildred senza il quale scadrebbe nel banale gioco tra violenza e ingiustizia dove la giustizia in un paese dalla pistola facile spesso diventa vendetta .Non guasta nel film un tratto ironico e di sarcasmo nei confronti della legge e dei suoi tutori come appaiono i poliziotti e sceriffi siano essi buoni o cattivi alternativamente. Non bisogna quindi pensare ad un film di denuncia di una società americana incolta e incapace di civiltà, ma ad una storia di una donna che vuole a tutti i costi trovare una verità a dispetto di quelli che pur preposti non lo fanno o non vi riescono. Una bella prova di recitazione  di Frances McDormand quindi e un personaggio che rivela la maturità di un’attrice molto americana ma con una cifra internazionale.(mauridal)

BLADE RUNNER 2049 . Un film di Denis Villeneuve. Con Ryan Gosling, Harrison Ford, Ana de Armas,

BR2049, potrebbe essere il nome proprio di un replicante che difettando di nomi , diventa difficile chiamarli ma in effetti è una sigla del film sequel Blade Runner2049, che non è un replicante del film di Ridley Scott, ma un racconto a seguito del primo BR , ormai considerato main film caposcuola del genere. Tuttavia il film di Villeneuve , possiede alcuni tratti originali e cogliendo appieno le sfumature e dopo una lettura dei molteplici livelli di significato , possiamo anche definirlo come un film di realtà virtuale che ricerca una verità umana , fatta di corpi veri e di sentimenti veri, quelli soliti, amore, paura, angoscia del presente ma anche del futuro , che i poveri replicanti artificiali già vivono , a differenza di noi umani spettatori, forse qualcuno replicante di se stesso, che invece viviamo in questo mondo scisso tra materia reale e virtuale, dove i confini razionali diventano spesso labili. Il tratto originale di questo BR2049, è schematizzando , la ricerca di una umanità perduta e la coscienza di un mondo e, e di una vita più naturale,ovvero genuina , autentica che il mondo reale contemporaneo, non possiede più soverchiato da contaminazioni tossiche e inquinamenti vari, e continue minacce alla salute e al benessere . Tutte cose che una società extra mondo di esseri facsimili umani non hanno ma che nel film e nel personaggio di K . il replicante più umano, si ricordano ancora , come se non fossero mai scomparse, dalla faccia dell'universo. Come non sostenere il povero K nella sua ribellione agli ordini Superiori di eliminare Dekard/HarrisonFord ultimo vecchio replicante sfuggito alla epurazione ,infatti tutti noi spettatori , parteggiamo per i due ,il vecchio e il giovane ,replicanti sì , ma pieni di emozioni. Dunque una eterna lotta tra buoni e cattivi , dove qui c'è un cattivissimo logorroico Wallace che ci scarica una serie di prediche inutilmente noiose. Infine un tema di interesse filmico è l'ologramma che smaterializza i corpi e nella più bella delle scene del film , addirittura è usato per compenetrare romanticamente le due figure maschile K e femminile Joi protagoniste dell'unica storia d'amore possibile tra androidi, ma la geniale invenzione del film è un strumento tipo telecomando, chiamato l'emanatore che in mano a K richiama e fa sparire a piacimento l'amata Joi tramite ologramma, e chissà che non sia la futura soluzione ai tanti conflitti di coppia odierni. (mauridal).