REVISION
REVISION Mikhail Zheleznikov. Russia, 4'. Quanto può un particolare sovvertire la narrazione di un’opera in maniera ineluttabile?
REVISION un film di. MIKHAIL ZHELEZNIKOV
Quattro minuti ,solo quattro minuti di pellicola, sono bastati al regista russo ,per individuare in questo cortometraggio, Revision, la possibile ambiguità delle immagini e la conseguente , cattiva interpretazione del significato. Una vecchia foto in bianco e nero ritrovata a Oberhausen nel 2019. Un cane, quattro persone e un dettaglio. È da qui che parte l’analisi di Revision
Un cagnolino accucciato sulle ginocchia di un giovanotto seduto, fotografati in primo piano, molto da vicino, senza vedere null'altro che il dettaglio della semplice innocenza del cagnolino. Ma il regista nei rimanenti minuti di film si allontana con lo sguardo e ci fa riconoscere un gruppo di giovani seduti molto vicini, con al centro uno col cagnolino, sulle ginocchia, infine l'immagine si allarga su questa vecchia foto che ritrae una spensierata e allegra gioventu' nel pieno della forza e vitalità. Dunque dove si trova la revisione dello sguardo, nel dettaglio o nell'insieme dell'immagine. Il significato si rivela nei visi soddisfatti dei giovani, tutti in divisa da militari nazisti dell'esercito tedesco nel '44 ,fotografati in un momento di goliardia ,col cagnolino. Infine così si sovverte addirittura tutto il significato dell'immagine e il regista russo forte dei suoi propri significati storici, conclude questo film senza particolare difficoltà, soltanto mostrando nelle inquadrature finali la autentica visione dell'immagine iniziale, resa in tutt'altro contesto. Ottima lezione di lettura delle immagini. ( mauridal).
NISCIUNO di A RICCARDI con ROSALIA PORCARO
FILM NISCIUNO. di ALESSANDRO RICCARDI Rosaria, napoletana , aspirante attrice fallita, incontra dopo tanti anni Michele, produttore affermato. Lui la ricorda a stento, ma le offre comunque un passaggio in auto. Il dialogo scorre tranquillo, pieno di malinconia e sogni andati in fumo. Fin quando le vere intenzioni di Rosaria si manifestano. ‘Nisciuno’ FILM. di Alessandro Riccardi con Rosalia Porcaro sulle molestie sessuali. OTTIMA INTERPRETAZIONE di Rosalia Porcaro che restituisce alla storia di Rosaria una verità naturale e immediata che il finale a sorpresa non rende appieno. Buon film da vedere. (mauridal)
LISTA FILM , LACENO.DORO. 2020
LISTA FILM , LACENO.DORO. 2020 scelti da MAURIDAL
TITOLI -REGIA -PAESE
1 REVISIONI - MIKHAIL ZHELEZNIKOV -RUSSIA 2 L’ARMEE ROUGE- LUCA CIRIELLO -ITAL 3 ORFANI DEL SONNO -CHIARA RIGIONE-ITAL 4. PAPA’ AMORE MIO - GIULIA SINISCALCHI -ITAL 5. ENZO ,DOMANI A PALERMO- FRANCO MARESCO DANIELE CIPRIì-ITAL 6. SOACCAPIETRE -F.LLI DE SERIO- ITAL 7. FAME -GIUSEPPE ALESSIO NUZZO-ITAL 8. L’AFFITTO- ANTONIO MIORIN-ITAL 9. DIVRUM- FRANCESCO SERRANO -ITAL 10. FAME- GIUSEPPE ALESSIO NUZZO-ITAL 11. THIGK AIR-STEFANO MIRAGLIA-ITAL 12. ERA MIO FRATELLO- ANNA FESTA ,ANTONIO LIPPIELLO -ITAL 13. APOCALYPSEVER- FRANCO MARESCO- di LUIS FULVIO-ITAL 14. A MARBLE ON A DELL -FRANCESCA IANDIORIO-ITAL 15. SEA DEPTH APART - di COSCIA, BANDINELLI-ITAL 16. NEVE IN PRIMAVERA - EDUARDO SANDULLI-ITAL 17 IL BUCO IN TESTA di ANTONIO CAPUANO ITAL.18 NISCIUNO, di Alessandro Riccardi . ITAL.
ENZO, domani a Palermo di Franco Maresco e Daniele Cipri'
Enzo è un organizzatore cinematografico siciliano, che ha collaborato con grandi registi, quali Vittorio De Sica, Pier Paolo Pasolini, Francis Ford Coppola, Giuseppe Tornatore e viene condannato su accusa di un collaboratore di giustizia per aver preso parte ad una rapina organizzata dalla mafia e avvenuta all'ufficio postale centrale di Palermo. Il bottino di 11 miliardi di lire, 9 in contanti e il resto in titoli di credito, è stato rapidamente recuperato dalle forze dell’ordine.
L'AFFITTO
L'AFFITTO .
L'AFFITTO di A Miorin con LUISA RANIERI
L'AFFITTO Antonio Miorin, Italia, 7' Una nuova casa sarà l'inizio di una nuova vita per Angela e Luca.
IL BUCO IN TESTA di Antonio Capuano
Maria S. vive vicino al mare, in provincia di Napoli. Ha un lavoro precario, nessun amore. Una madre praticamente muta. Quarant’anni prima, un militante dell’estrema sinistra ha ammazzato suo padre, vicebrigadiere di polizia poco più che ventenne, nel corso di una manifestazione politica. Maria è nata due mesi dopo. Un giorno apprende che l’omicida del padre ha un nome, un volto, un lavoro. Ha scontato la sua pena e vive a Milano. «Adesso so chi odiare», pensa Maria. Si tinge i capelli e prende un treno veloce per andare a incontrarlo. Ha con sé una pistola. E' il risultato di un percorso psicologico e umano che la giovane donna, ha intrapreso anche per liberarsi del passato di violenza sempre presente ancora nella sua vita quotidiana precaria e insofferente. Certo il tema personale della vita affettiva di Maria si intrccia con difficoltà con il clima politico delle violenze negli anni settanta in Italia e non solo. L ' estremismo anarchico e di sinistra come anche lo squadrismo fascista, e le stragi e i servizi dello Stato deviati, e i tentativi di golpe , i partiti e la politica corrotta, tutto questo ha concorso a formare una generazione di giovani, tutto sommato allo sbaraglio e in confusione, La protagonista del del film Maria , è infatti confusa e disperata quando parte per Milano per incontrare il vecchio ormai estremista e vendicarsi magari uccidendolo. Dunque un film difficile , che affronta nell'intimo il rapporto dei figli di personaggi uccisi dalla politica estremista, come dalla mafia, spesso in accordo, Dalla Chiesa, Calabresi , con tutto il resto della vita da loro stessi vissuta . Con il ritorno a Napoli , Maria lascia il passato alle spalle ma non risolve il futuro nè suo e neanche di tutte le storie che tanti hanno avuto in quegli anni. ( mauridal).
SPACCAPIETRE un film di fratelli. DE SERIO
SPACCAPIETRE Gianluca De Serio, Massimiliano De Serio, Italia, 104' Un operaio alleva il figlio dopo la morte improvvisa della madre del bambino.
Un film scritto e diretto da due fratelli, Gianluca e Massimiliano De Serio, esperienza che ha illustri precedenti e direi una lunga storia cinematografica .A partire dai fratelli Taviani, passando per i fratelli Coen, ancora ,i Vanzina, per i Manetti Bros, più di recente per i fratelli D Innocenzo. Questo film è’ una una conferma dunque di come due singole identità accomunate dalla passione per il cinema, possano trovare una coincidente visione di una realtà da raccontare. Nell’essere fratelli vi è quindi un valore in più , quando si tratta di recuperare racconti o fatti familiari vissuti o ascoltati da racconti di padri, nonni e altri. E’ il caso del film dei fratelli De Serio ,Spaccapietre che prende spunto dal racconto della fine tragica della nonna dei due registi , dedicando o col film a ricordarne la figura ,raccontando appunto la terribile e miserabile vita dei braccianti stagionali . quelli che lavorano nei campi dei latifondisti in Italia, in Puglia . Braccianti italiani o per lo più immigrati di colore , senza alcun diritto ,anzi braccianti , arruolati da caporali al nero, e destinati ad uno sfruttamento che in condizioni di lavoro e vita pessime, al limite della sopravvivenza, possono causare , morte e tragedie sociali. E’. Il tema del film , dove il racconto si sviluppa attraverso alcuni personaggi , Giuseppe padre di Antò, ragazzino , che dopo la morte della mamma Angela appunto bracciante nei campi, è rimasto a vivere con il padre Giuseppe a cui è molto legato, e reciprocamente anche ricambiato da un grande affetto , nel ricordo della mamma . Un Padre come Giuseppe già afflitto da menomazione ad un occhio che lo costringe ad abbandonare il suo lavoro nella cava di pietre , per adattarsi a lavorare anche lui nei campi come bracciante al fine di sopravvivere con il figlio da crescere e mantenere. Un racconto amaro che il film svolge , ricordando il neorealismo migliore un cinema di impegno e di narrazione con immagini drammatiche con evidenti violenze disumane, ma al contempo , immagini delicate nel rapporto padre figlio o anche nei ricordo di Antò della mamma Angela che Giuseppe promette di al figlio di ritrovare un giorno. Un racconto che scorre con poche sorprese , il latifondo, i caporali il padrone che controlla e tutti gli operai braccianti che sfruttati lavorano in pessime condizioni. Anche Giuseppe e il figlio Antò sono tra questi . La vita dopo il lavoro è altrettanto difficile Giuseppe e il figlio persa la casa vivono nelle baracche con gli altri in condizioni di estrema difficoltà, Le figure dei padroni e dei caporali sono trattate con spietato realismo ,ma nulla cambia nel ‘equilibrio della vita tra schiavi e padroni , e il lavoro continua implacabile ogni giorno. A poco vale per Giuseppe e il figlio del la presenza d un personaggio femminile , anche lei bracciante , che era amica di Angela e conoscendo il figlio e Giuseppe si limitano a ricordarne la fine per stenti e malattia . Qualcosa si insinua nel racconto , la figura del padrone diventa sempre più odiosa fino a presentare scene di sfruttamento anche sessuale delle donne braccianti. Dunque Giuseppe da uomo mite e affettuoso padre , cova sentimenti di ribellione , la narrazione continua però nella tranquilla normalità , e quando Giuseppe una sera in baracca regala ad Antò la mazzuola del nonno spaccapietre , appunto oggetto di lavoro duro , ma anche strumento di possibile uso violento, si apre una svolta nel racconto che lo spettatore non si prefigura , perché il vero Giuseppe si scatena nel finale Pulp del film , e i registi fanno un evidente omaggio cinefilo allo stile Tarantino , Pulp e dintorni , quando durante una festa in casa del padrone il piccolo Antò passa la mazzuola al padre affinché una scatenata reazione contro tutte le ingiustizie e i soprusi e gli sfruttamenti si concentrano sulla testa dl vecchio latifondista e dei suoi caporali a difesa. Un finale dunque dirompente e sconvolgente rispetto alla narrazione lineare del film, ma che gli autori evidentemente sentivano necessaria , per chiudere il film con la piena definizione del personaggio Giuseppe , ottimamente interpretato da Salvatore Esposito, ma anche dal giovane Samuele Carrino come Antò figlio che nelle immagini di chiusura del film corre via con l’immagine onirica della mamma Angela finalmente ritrovata. ( mauridal)
FAME un film di Giuseppe Alessio Nuzzo
FAME Giuseppe Alessio Nuzzo, Italia, 12' Gli occhi di una bambina a Napoli sono testimoni del destino del padre.
FAME UN FILM di Giuseppe Alessio Nuzzo Con: Massimiliano Rossi Ludovica Nasti Bianca Nappi Ester Gatta e con Gigi Savoia La storia di una figlia ragazzina che vive in una famiglia indigente poichè il padre perdendo il avoro non garantisce il minimo di sussistenza e si trova a dover scegliere tra una vita onesta ma da fame oppure cedere alla tentazione della malavita , e la ragazzina assiste al dramma della scelta del padre con gli sguardi e i comportamenti sofferti dell'uomo . Nella storia che si svolge a Napoli città dai molti aspetti da quello solare e luminoso del lungomare a quello buio e drammatico dei vicoli del centro , le immagini del padre con la figlia che passeggiano felici nei tempi migliori sul lungomare si intrcciano con dei flash di ricordi , con gli sguardi e le situazioni drammatiche e cupe del padre costretto al bivio di una scelta .Il film coglie nella brevità del cortometraggio, tutti gli aspetti dei sentimenti e angoscie del padre e della figlia in quel momento drammatico della loro esistenza. Ottima la scelta degli interpreti ,Ludovica Nasti come figlia piccola e Massimiliano Rossi come il padre dal volto sofferto e drammatico. Anche la scelta dell'autore di eliminare i dialoghi , lasciando lo spettatore alla nuda storia fatta di immagini e delle belle musiche originali di Aponte ( mauridal.)